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Con Barney da Barney

Per movimentare la mia vita sociale che ultimamente consiste in lunghi ed estenuanti staring contest con Cabiria, puntualmente vinti da lei, venerdì scorso mi sono precipitata da Barney insieme a Tony, Yazi, i suoi cento cugini e fratelli arabici, qualche scienziato pazzo del laboratorio di chimica, e gli immancabili amici del calcetto pick-up del mercoledì sera. Unica mia amica presente alla serata di nome faceva Margarita, chè quelle in carne ed ossa snobbano lo sbevazzare ed il gozzovigliare. Eccezion fatta per La Cana che una volta si è ubriacata con mezzo Bacardi Breezer al gusto di pompelmo.

In quella che si trasformerà in una serata pseudohollywoodiana con contaminazioni circesche, la star della serata si è rivelata la versione hipster-californiana di sangue irlandese del Barney di How met your mother, uno strambo personaggio amico di Yazi che con la sua immancabile camicia immacolata, panciotto, cravattino e pantalone di velluto a costine in tinta regala teatralità a gogo, strizzatine d’occhio alle cameriere, nonchè ricette verdi come la sua terra a base di chips di kale.

Mentre cerco gentilmente di scansare le mozzarelline fritte ed unte che  si ostinano di offrirmi, comincio a notare un certo movimento di sbrilluccichii fruscianti, zigomi rifatti e mise improbabili, su e giù per le scale. Con una rapida incursione scopro che al piano di sopra c’è una folta cricca di attori, registi e compagnia bella in occasione della premiere dell’ultimo film inutile su supereroi aitanti e superoine supersexy, in proiezione al cinema accanto. Non molto dopo il tavolo accanto al nostro viene invaso da un gruppo di plurisessantenni in maglietta arancione fosforescente e trombette starnazzanti, provenienza Florida, in piena fase di festeggiamento di qualche sport americano dalle regole incomprensibili ai più.

Incredula stringo forte Margarita quando mi vedo piombare davanti un paparazzo dalla giacca svolazzante, indeciso se immortalare il Barney nostrano. E’ lui o non è lui? Per sicurezza il paparazzo gli scatta una foto e si dilegua un attimo dopo.

Kale chips alla Barneykale chips

Ingredienti

  • Un cespo di kale (cavolo riccio)
  • Olio d’oliva
  • Sale

Come procedere

Accendere il forno a 175°. Lavare il kale, separare le foglie dal gambo, quindi tagliare le foglie in 3-4 pezzi. Disporre le foglie in una teglia con la carta da forno, irrorare con un cucchiaio di olio di oliva e due-tre pizzichi di sale. Fare cuocere per 15 minuti.

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Le strane coppie

STRANACOPPIACome tutte le coppie che stanno insieme da un infinito tempo indefinibile, in Italia avevamo le nostre amicizie di coppia, di quelle coppie indistruttibili che anche loro hanno perso il conto di anni, mesi e giorni.

Queste amicizie sono sempre nel nostro cuore (vedo una lacrimuccia), ma siccome la vita continua, stiamo provando allegramente a rimpiazzarle (com’è che non la vedo più).

Messe momentaneamente da parte le complesse ed intricate figure geometriche venute fuori fra amica R., CoreaMan, Cisco, Yazan, lontane fidanzate ipergelose, varie ed eventuali, di cui vi delizierò prossimamente, siamo ufficialmente alla ricerca della nostra coppia ideale. Di quelle che il Capodanno più bello è stato quando eravamo sono noi quattro ed il Berlucchi, di quelle che dopo un hiking di cinque ore e parecchissimi metri di dislivello sulle montagne di Bardonecchia si dimenticano di portare il pranzo, e gli vuoi bene lo stesso, di quelle che per tre anni abbiamo ascoltato solo i Gogol Bordello, di quelle che programmi ancora le vacanze insieme da due continenti diversi in un terzo continente ancora.

Non che la fortuna ci abbia assistito finora.

Abbiamo tastato il terreno con una coppia di tedeschi biondissimi serissimi occhi azzurrissimi dalle poche calibrate battute di spirito. Dopo una serata rigida ed impettita, abbiamo optato per una cenetta con un simpatico libanese fissato con Clint Eastwood e la sua dolce compagna indiana.  Appassionati di cucina e spaghetti-western, lui ci è caduto dal cuore quando ben presto abbiamo scoperto che lei non era l’unica dell’harem.

Abbiamo brevemente ripiegato sulla coppia italiana, con cui condividere fin troppo scontate lamentele per il caffè, consigli di panificazione, e patetici momenti di nostalgia, che ci hanno quasi condotto in un momento di debolezza ad accettare l’invito di V. per una serata a quattro con il suo ultimo boyfriend, conosciuto nella sala di aspetto dell’analista. E io che credevo succedesse solo nei film.

Attualmente abbiamo un flirt con una coppia di ungheresi matti che ci propinano serate a base di intricatissimi giochi da tavola abbinati ad alcolici balcanici ricavati da qualsiasi tubero e/o ortaggio, con il rischio di ritrovarci in coma etilico dopo una lunga sessione di Cards Against Humanity.

Ma forse la strana coppia, in fondo, siamo noi, ed i nostri amici, accoppiati e non, ci mancano assai. Al culmine di un momento di sentimentalismo puro, oggi vi propongo un romantico menu per tutte le strane coppie.

From Los Angeles, with Love.

Antipasto

Mousse rosa di barbabietolamousse barbabietola

Ingredienti

  • 1 barbabietola rossa piccola cotta
  • 1 yogurt greco 125 gr.
  • cumino in polvere q.b.
  • olio d’oliva extravergine q.b.
  • sale e pepe q.b.

Come procedere

Frullare tutti ingredienti, mettere nelle coppette o nei bicchieri da Martini (consigliatissimo), tenere 3-4 ore in frigorifero e servire.

Primo

Vellutata piccante di patate dolci

vellutata carote e patate dolciIngredienti

2 patate dolci medio grandi

due carote grandi

latte di soia 100 ml

farina 100 gr.

olio d’oliva extravergine q.b.

sale e pepe e peperoncino q.b.

Come procedere

Lavare, sbucciare e tagliare a fettine le patate e le carote, metterle in una pentola di 8 pollici di diametro (di medie dimensioni) appena coperte dall’acqua bollente, aggiungere un cucchiaino di sale, mescolando di tanto in tanto. Nel frattempo tostare in un padellino la farina. Dopo circa venti minuti, quando patate e carote sono a metà cottura, aggiungere il latte tiepido e la farina tostata continuando a mescolare. Aggiungere sale e pepe q.b. Lasciare cuocere per altri venti minuti circa. Poi frullare e servire con olio e peperoncino.

Secondo

Cuoricini di cavolfioretimballini cavolfiore

Ingredienti

  • Un cavolfiore
  • Uova 2
  • Carote 3
  • 1 limone
  • pangrattato
  • 
Olio extravergine d’oliva, sale, noce moscata e aneto q.b.

Come procedere

Cuocere il cavolfiore e le carote al vapore, poi schiacciarli con la forchetta aggiungendo le uova, il sale, tre cucchiai di pangrattato, il limone, l’aneto ed un pizzico di noce moscata. Oliate le vostre bellissime formine da forno e riempitele con il composto. Mettete in forno per 25 min. a 180°C.

Dessert

Dolcetti fondenti ai lamponi

Ingredientidolcetto_fondente

  • 50 g di cioccolato fondente
  • 
100 g di burro
  • 100 g di zucchero
  • 
40 g di farina 00
  • 
pangrattato
  • 2 uova
  • 100 g di lamponi
  • 
zucchero a velo
  • 1 pizzico di sale

Come procedere

Fare sciogliere a bagnomaria il cioccolato tagliato a pezzetti con il burro ammorbidito a pezzi e lo zucchero, mescolando in continuazione. Lasciare intiepidire il tutto, quindi aggiungere le uova, 1 alla volta, la farina setacciata e un pizzico di sale. Mescolare bene per ottenere un composto omogeneo. Imburrare gli stampini e spolverizzali con il pangrattato, quindi suddividere il  composto di cioccolato negli stampini.  Coprirli con un foglio di alluminio e riporli in freezer per 2 ore, in  modo che il composto si congeli. Infine eliminare l’alluminio, trasferire gli  stampini in forno già caldo a 220°C e cuocere per 15-16 minuti.
Servire i dolcetti nei piatti con i lamponi, eventualmente spolverizzati con lo zucchero a velo.

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Buoni e cattivi propositi

Fra una impronta digitale e l’altra, non avrete mica creduto che mi fossi dimenticata di narrare di un’enarrabile cena natalizia…

Davanti alla tavola imbandita con lasagne vegetariane al pistacchio e zucchine meticolosamente preparate nel tempo record di otto ore da Tony mentre io nel contempo infornavo pane, biscotti e brownies, inventavo polentine ai funghi per celiaci dell’ultimo minuto e ricavavo candele natalizie da bottiglie di birra, i soliti noti e qualcun altro invadono la nostra casa e si sparpagliano tra le troppe poche sedie e la moquette.

V. ci stupisce con un’entrata trionfale accompagnata da una coraggiosa quanto stramba coinquilina finalmente pescata chissà dove – brutta copia germanica e sovrappeso di Mia Farrow in Hannah e le sue sorelle-, un gioco da tavola complicatissimo ed un’ottima bottiglia di Porto. R. non ci stupisce affatto con il suo succo di ciliegia, la sua insalata scondita ed il Bingo. Cisco la guarda sconsolato, si ingozza di cereali molto poco natalizi e ripiega le sue attenzioni su una vitale e procace austriaca di cui non sapremo mai come e perchè è finita al nostro desco con un piattino di datteri ripieni di formaggio di capra. Yazi porta la sua scorta personale di birra Monelo e la sua solita vivacità da bradipo che viene subito presa di mira da LaCana, mia nuova collega italiana dai tratti finnici che discorre in inglese con forte accento abruzzese, da cui il nome. Poi c’è il piccolo e buffo turco, noto anche come il ribelle dell’Anatolia, che dopo aver mangiato e gustato di tutto e di più vota come piatto della serata il pane fatto in casa accompagnato dall’olio from Sicily. Le gioie semplici della vita.

Dopo un eccitante giro di Bingo, molti confusionari giri del gioco artistico ed imprevedibile di V. ed altri non pervenuti di Porto, stiliamo e mixiamo i nuovi propositi per l’anno che verrà.

Yoga alle sei del mattino due volte a settimana. Mollare danza del ventre ed iniziare il corso di tip tap. Eliminare i carboidrati. Cedere agli e-book. Cambiare casa. Cucinare più veganamente. Evitare di traslocare in un altro continente. Farsi trovare una fidanzata da mammà. Un viaggio coast to coast in bicicletta. Studiare cinese e coreano. Andare a tutte le mostre gratuite con aperitivo compreso. Trovare nuove scuse per non passare l’aspirapolvere. Abbonarsi al NYT. Imparare le regole del football americano. Andare oltre il primo capitolo de Alla ricerca del tempo perduto. Ribellarsi alla pubblicità su WP (!). Cure ipervitaminiche per capelli più lucenti. Imbastire complicati algoritmi matematici. Nutrirsi esclusivamente di croccantini. Smettere con la cannella.

…partecipava anche Cabiria…

Da tutti noi, buon anno e buoni ma anche cattivi nuovi propositi!

Tortine brisè all’olio

Rigorosamente con preziosissimo olio d’oltroceano.tortine finocchi

Ingredienti:

Per la pasta brisè:

  • 250 gr. di farina
  • 90 ml. di olio evo
  • 100 ml di acqua
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • 1 cucchiaino di sale

Per la crema:

  • due finocchi
  • olio
  • sale
  • pepe
  • yogurt
  • sesamo
  • timo

Per decorare:

  • carote
  • noci pecan

Come procedere:
Per la pasta brisè, impastare tutti gli ingredienti in una ciotola, fare un panetto e metterlo in frigorifero per almeno mezz’ora. Poi stendere il panetto sulla spianatoia e ricavarne tante piccole formine con cui rivestire lo stampo per i muffin. Riempire con la crema ai finocchi. ottenuta frullando due finocchi bolliti, lo yogurt, tre cucchiai di sesamo. sale, pepe ed olio, e ricoprire con un po’ di timo. Far cuocere in forno a 180° per una trentina di minuti. Quindi decorare con noci pecan e carote.

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Vi presento Friday Black

Mea culpa, nel giorno del Ringraziamento non ho scovato nè il Tofurky nè la carissima V. (qualcosa per cui essere grati), ed ho quindi ripiegato per un composto Thanksgiving a casa di scomposti amici di R. che ci hanno allietato con aneddoti sui maialini da latte rumeni e rifocillato con sformati di patate dolci, fagiolini, broccoletti, salsa di cranberries, ed indimenticabili bignè coreani. Poi, non so se per effetto dello shot messicano di Mezcal con arancia e paprika, tornando a casa ho avvistato un coyote che correva a tutta forza attraverso il parcheggio di un centro commerciale. Forse si premurava di mettersi in fila per il Black Friday.

Difatti nel cuore della notte fra il giovedì del Thanksgiving ed il venerdì tutti i negozi aprono le porte del paradiso tentando il comune cittadino americano con sensazionali saldi a prezzi stracciati. Cerchi concentrici di gente in fila si arrotolano su se stessi intorno agli isolati alle due di notte. I più previdenti si accampano dal pomeriggio prima improvvisando picnic a base di sandwich al tacchino. Non mi è chiaro se il Friday sia Black perchè alla fine non riesci ad accapararti quell’aspirapolvere spaziale a prezzo stracciato o quella utilissima teglia per i pops, e sei incazzato nero, o perchè dopo ore di shopping compulsivo ti rendi conto di essere rimasto senza un centesimo, e quindi sei incazzato nero, o perchè vai incontro ad un’alta probabilità di rimanere schiacciato sotto i tacchi delle signore che assaltano le porte dei centri commerciali, e in questo caso  sei morto e non puoi incazzarti, o per i poveri commessi a cui tocca lavorare di notte in piena fase di turkey-digestione, e sono loro ad essere incazzati neri.

Nel tentativo di carpire l’origine di tale tradizione, e nella recondita speranza di impossessarmi di quella sciarpina viola con i pendagli da Urban Outfitters, ho persino puntato la sveglia alle tre e trenta am, ma alla fine la pigrizia ha avuto la meglio e sono rimasta a letto a contemplare la mia palma preferita  dalla finestra. E di black oggi c’è stato solo l’hummus.

(Vi presento) Hummus Black

Ingredienti:

  • Fagioli neri 500 gr.
  • Cumino un cucchiaio
  • Sesamo due cucchiai
  • Olio
  • Succo di mezzo limone
  • Sale
  • Pepe
  • Formaggio cremoso o yogurt due cucchiai

Ingredients:

  • Blacks beans 500 gr.
  • Cumin one tablespoon
  •  Sesame two tablespoons
  • Olive oil
  • Juice of half a lemon
  • Salt
  • Pepper
  • Cream cheese or yogurt two tablespoons

Come procedere:

Se usate i fagioli secchi, metterli in acqua per 6-8 ore con un pizzico di bicarbonato, quindi cuocerli semplicemente in abbondante acqua salata per una quarantina di minuti. Frullare tutti gli ingredienti aggiungendo un po’ di acqua di cottura dei fagioli ed accompagnare a crostini o cruditè.

Put black beans in a bowl with water for 6-8 hours with a pinch of baking soda, then cook in boiling and salted water for forty minutes. Blend all ingredients, adding some more water and serve with toast or raw vegetables.

In extremis, e grazie all’invito di Brii, con questa ricetta partecipo a… (frase magica che leggo sempre sui vostri blog) …

…WHB.

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When V. met R.

Nuovo posto che vai, nuove tradizioni che ti inventi.

In questo melting pot di LA ogni settimana si organizza tra di noi una cena tipica a seconda della propria nazionalità. Una pita con falafel ed hummus al ristorante libanese, un piatto di bibimpap al ristorantino coreano, un tentativo di cena vegetariana al portoghese ed una cena italiana…a casa nostra.

Mi viene come il dubbio che la rotazione non volga esattamente a nostro vantaggio, ma è così che un sabato sera ci ritroviamo nel nostro appartamento con amica R. portoghese precisina, che arriva alle otto e cinque scusandosi per l’incommensurabile ritardo e porgendomi il gelato alla vaniglia più ipocalorico, fat-free ed insipido della California; amico coreano senza l’enzima che per contrappasso è l’addetto all’alcool e si presenta con due casse di imbevibile birra alla zucca; amico arabo che chiameremo Yazi, l’unico non italiano di mia conoscenza che riesce a parlare di cibo per ore ed ore, ed ore, e che si offre di cucinare una pizza araba, basta che gli facciamo trovare l’impasto pronto. Bella Yazi, la prossima volta vengo a casa tua a fare le lasagne, se me le fai trovare in forno, ci grattuggio sopra un po’ di parmigiano. Pochi intimi comunque. Forse più pochi che intimi. Rischio tutto e decido di invitare anche amica V., a cui affido un compitino facile facile. Porta la frutta, se proprio ci tieni, qualsiasi frutta, a tua discrezione, le dico sicura di evitare pasticci con forni, padelle e frullatori mai usati dalla garanzia scaduta.

Mentre io preparo aperitivo mediterraneo e clafoutis alle pesche (lo so non è italiano e non so neanche pronunciarlo correttamente ma per il tiramisù comincio a sviluppare un feedback negativo) e contemporaneamente metto la pizza in forno con Yazi, mentre con la coda dell’occhio controllo che la gatta non si pappi le tartine al pesto di mandorle, aspettiamo tutti insieme V. che si presenta un’ora e mezza dopo, trafelata, e con le tette di fuori. Indossa dei calzettoni di lana rosa al ginocchio nonostante il clima estivo e porta in dono due confezioni di patatine al sapore di rabarbaro. ”Sono mediterranee” esulta sventolando il pacchetto unto e già aperto. E’ rimasta un tempo imprecisato al supermercato biologico più grande di LA, mi spiega, e non è riuscita a scegliere il melone migliore. Mi risparmio la battutina che sorge spontanea davanti alla sua profonda scollatura e le dico di non preoccuparsi,  visto che alle dieci stiamo ancora pasteggiando a cruditè, guacamole e focaccia araba inaspettatamente delicious. Deve ringraziare  la provvidenziale incapacità maschile di occuparsi di più di una cosa alla volta, visto che Tony ha qualche difficoltà nel tagliare la cipolla e chiacchierare contemporaneamente con gli ospiti, e la pasta ai pepperoni è ancora lungi dall’essere in tavola.

Con nonchalance V. riempie un piatto di tutto quello che trova sul nostro desco, e si siede accanto ad R. che a malapena ha sgranocchiato mezza carota. Comincia ad ubriacarla di parole e ad ingozzarla di patatine rosso porpora.  Un po’ come la mamma di Fracchia la belva umana. Mi verso un bicchiere di vino e mi godo lo spettacolo. Quando molte portate dopo in un misto di ubriachezza ed esasperazione R. cede alla proposta di iscriversi con V. al corso di danza del ventre, due cose mi sono chiare: la prima è che a LA tutto è possibile anche durante una cena che di italiano ha solo la confusione, il ritardo e tante chiacchere; l’altra è la ricetta della focaccia araba.

Pizza araba di Yazi ovvero Zaatar Manakish

Ingredienti:

  • Farina bianca 500 gr.
  • Lievito secco un cucchiaio
  • Sale
  • Acqua
  • Timo
  • Sesamo
  • Olio

Come procedere:

Preparare l’impasto della pizza con farina, lievito secco, acqua tiepida e sale e lasciarlo lievitare per un paio d’ore.

In una ciotola mischiare il timo secco sbriciolato ed i semi di sesamo e condirli con un paio di cucchiai di olio di oliva ed un pizzico di sale.

Quindi stendere l’impasto in una teglia appena unta con l’olio e cospargerla con il condimento. Infornare per 30 minuti a 200°.

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Back to school

Alla mia veneranda età sono tornata a scuola. Di inglese, però, e livello advanced. Sarà stato il tour de force con l’amica V. che mi ha fatto fare il salto di qualità.

Mio papà si è commosso da diecimila chilometri di distanza e mi ha detto che se volevo mi spediva lo zainetto dei puffi di quando andavo in prima elementare. Tony non me l’ha voluto comprare, gli ho detto, ma non ti preoccupare, papà, che i puffi lo ho trovati in classe.

I miei compagnetti, classmates pardon, sono tutti giapponesi e cinesi e coreani e taiwanesi, piccolini, molto carini  e inaspettatamente comunicativi, soprattutto con me che sono l’unica color caramello e con i capelli ricci, un po’ californian un po’ italian style, insomma.

Tartassata dalle loro domande sul cibo italiano, il primo giorno li ho portati a mangiare la pizza da 800 Degree, diventando il loro mito. Il problema si è posto i giorni successivi all’ora di pranzo.  Yuzu, from Tokyo, frequenta un college femminile, non ha deciso cosa fare nella vita ma vuole approfittare di questo corso per trovare marito. Aki da Osaka, superskinny, ipertruccata e con gli occhi a palla (avrà fatto la plastica? prima o poi glielo chiedo) sembra uscita da un manga giapponese,  è schizzata e ride a sproposito, e non so perchè sembra mia cugina. Tutte e due mi invitano sempre da Yamato,  che non è una concessionaria di auto come pensavo ma un costoso ristorante giapponese.  Tomoya (chiamami Tomò) lavora per la Samsung, vuole migliorare il suo inglese per  diventare presidente della società e cerca di trascinarmi al barbecue coreano nonostante gli abbia spiegato mille volte che sono vegetariana, e non mi chiamo Arida. Direttamente dalla terra del dragone, Queenly studia International e Business qualcosa, non conosce Ai Wei Wei, si veste come se fossimo in un episodio di Gossip Girl e si tocca il naso ogni volta che ride. Lei mi propone involtini primavera e ravioli al vapore del cinese all’angolo. I taiwanesi non riesco ancora a distinguerli dagli altri.

Alla fine della prima settimana, per non offendere nessuno, ho deciso di portarmi delle panfocaccine, merito di un lievito finalmente decente (by Whole Food). Era un esperimento, per cui non ho dosato bene gli ingredienti, ma il risultato era very good. Posto solo le foto.

Ora vado a fare i compiti se no domani mi mettono impreparata.

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Crumble salato di patate e pepperoni

Quando dicono pepperoni in America intendono salame, l’avrete sentito dire. Che, si sa, il pepperone-salami nella pizza con l’ananas ed i pinoli ci sta alla grande, piatto forte del giorno, special fra gli specials.

Pizzerie in LA ne trovi a bizzeffe, ad ogni angolo di strada ti imbatti in Vito’s o Tony’s Pizza, o puoi farti tentare dai re della pizza di NY.

Noi ne abbiamo provate diverse: la più quotata attualmente è 800 Degree, in Westwood Village, dove puoi assistere al viaggio del panetto di pasta che ancora naïve viene steso accuratamente sul piano di lavoro dal mattarello del primo pizzaiolo, per poi passare al secondo pizzaiolo al suo fianco deputato a condire la base con pomodoro e/o mozzarella (no garlic please, oregano yes thanks), quindi finire nella mani di un terzo ed un quarto della catena di montaggio che vi aggiungono altri eventuali ingredienti (broccoli crudi, pineapple, caramelized onion no thanks, mushroom&cherry tomatoes ok), per poi essere ingoiato dalla grossa bocca del forno a legna, a 800 gradi, appunto. Prezzo assolutamente accettabile, ambiente informale, posto a sedere assicurato, servizio veloce, al massimo ti becchi una mezz’oretta di fila attorno all’isolato, ma ne vale la pena.

Promosso anche Pitfire Pizza, catena artigianale, con forno rigorosamente a legna, ingredienti freschi ed organici, buoni anche i piatti del giorno a base di verdure alla griglia, birre artigianali di qualità. Carino per le famiglie. Pizze lievemente undersize se avete tanta fame ma gustose con un buon rapporto qualità prezzo.

Deludente per il palato e pericolosa per le tasche Milo&Olive: camerieri carini con coppola e camicia casual, ambiente fintamente rustico, e fin qua non ci sarebbe niente di male. Due tavolate ed un bancone per una ventina di posti a sedere in tutto, ti può capitare di chiacchierare con il surfista biondo seduto affianco a te (fin qui ancora meglio…) che rigorosamente sceglie il pane con l’aglio come antipasto. Mentre tu gli spieghi che l’uso dell’aglio in Italia non è così universale e spropositato, osservi la tua fetta di pizza, che ti resta in mano rigida ed impettita.  Alla fine del pasto hai consumato più calorie di quante ne hai ingurgitate per quanto hai fatto lavorare la mascella. Ma se sei fortunato magari il surfista ti lascia il numero di telefono. In un mondo ideale dove non sei sposata e lui non sta con una modella strafiga con due taglie meno di te, ovvio. Da segnalare i desserts che facevano bella mostra in vetrina, dall’aspetto eccezionale, ma che il nostro portafoglio non si poteva permettere.

Il premio di pizza migliore della California lo vince comunque ‘Na Pizza: pizza al taglio delicious, ampia scelta, prezzi bassi, niente aglio a go-go. Due soli difetti: le 120 miglia di distanza da LA in quanto si colloca nel cuore di Little Italy a San Diego e la possibilità di incontrare milanesi sclerati in vacanza che parlano a raffica di Corso Como, shopping, stage, mutuo, lavoro a tempo determinato, sicurezza, tasse…

Chiudo i consigli non richiesti sulle pizzerie di LA e dintorni (ma possono sempre tornare utili, no?) con una ricetta non di pizza, ma di un crumble salato con ingredienti estivi che abbiamo gustato qualche giorno fa. Con pepperoni ovviamente.

Ingredienti:

  • Tre patate
  • Un pep(p)erone rosso
  • Formaggio 50 gr.
  • Mezza cipolla
  • Capperi
  • Prezzemolo
  • Olio
  • Sale
  • Pangrattato

Come procedere:
Lessare le patate in acqua bollente salata, lasciarle raffreddare e tagliarle a fettine.
Soffriggere la cipolla in una padella, quindi cuocervi il peperone tagliato a listarelle con sale, pepe e capperi, aggiungendo l’acqua quando si asciuga troppo.
Preparare il crumble salato con pangrattato, tre giri di olio, una manciata abbondante di prezzemolo, sale e pepe.
Cospargere con metà del crumble la base di uno stampino per plumcake, poi coprire con uno strato di patate. Disporre sopra le fettine di formaggio, ricoprire con uno strato di patate, uno strato di peperoni ed ancora patate. Ricoprire tutto con il crumble rimenente e cuocere in forno per mezz’ora circa, passando al grill alla fine per 3-4 minuti.

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Brusciett ”How Met Your Mother”

Abbiamo iniziato un paio di mesi prima di partire, con la scusa di ”dobbiamo migliorare il nostro inglese”.

E invece di iscriverci a un corso serio con insegnante madrelingua o leggere Steinbeck in originale con il dizionario affianco, abbiamo iniziato a guardare ”How Met Your Mother”, dalla prima puntata della prima serie.

E da allora non abbiamo più smesso, anche adesso che praticamente capiamo tutte le battute ed i doppi sensi senza dover mettere pausa-indietro tre o quattro volte. Più o meno.

E’ una delle nostre dipendenze, insieme all’avocado e all’hummus.

E, nonostante sia ambientato a NY,  anche qui a LA puoi ritrovare le Woo Girls che urlano esagitate al bar o cadere vittima dell’effetto Cheer Leader in spiaggia. Per non parlare della fissazione degli americani per il cibo italiano.

Proprio in una delle ultime puntate della quarta serie Ted, uno dei protagonisti,  per fare il sofisticato ordina in un ristorante italiano una ”brusciett with mozzarell’, come se fosse un risotto al finocchietto mantecato con ricotta di capra e peperoncino fresco (buono tra l’altro!). Così, avendo momentaneamente abbandonato i fornelli causa gli 82° F, ci siamo preparati questa bruschetta semplice semplice, senza mozzarell perchè qua fa schif, ed abbiamo deciso di dedicarla alla nostra fiction preferita (ed unica, direi).

Ingredienti:                                                                        Come procedere:

Pane del giorno prima                                                             Tagliare il pane a fette di medio spessore, riscaldarle in una padella larga,

Olio                                                                                               passare su ognuna uno spicchio di aglio sbucciato, quindi condire con un

Origano                                                                                       pizzico di sale, origano, pomodorini tagliati a metà ed olio q.s.v.

Pomodorini ciliegini

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Mediterranean Bagel

Domenica mattina ti alzi con calma e fai colazione, poi una puntatina in spiaggia per un bagno ghiacciato nell’oceano, una corsetta sul bagnasciuga e di nuovo davanti al PC per smaltire il lavoro arretrato, con l’idea di tirare avanti fino a sera per la cena…Non è stata una buona idea! Alle tre morivamo di fame e non c’era niente di pronto a casa. Lo sanno tutti che il mare fa venire appetito! Allora abbiamo improvvisato questo spuntino, perfetto durante un lungo pomeriggio di lavoro ma anche come stuzzicante antipasto.

Ingredienti:

  • Un bagel al sesamo
  • Hummus
  • Due pomodorini ciliegini
  • Tre fettine sottili di melanzana cotta al forno o alla griglia
  • Basilico
  • Olio

Come procedere:
Farcire il bagel con l’hummus da entrambi i lati. Condire la parte di sopra con le fettine di melanzana e quella di sotto con i pomodorini ciliegini e qualche fogliolina di basilico. Aggiungere un filo d’olio, chiudere e riscaldare in forno per cinque minuti.

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Tris di salsine

Il post precedente senza volerlo è venuto fuori un po’ triste. Allora meglio affogare questa tristezza in un turbine di salsine colorato.

E uno…

Tzatziki
Imperdibile salsina mediterranea da accompagnare a piatti piccanti.

Ingredienti:

  • 2 cetriolini iraniani
  • 500 g di yogurt bianco (meglio quello greco più denso)
  • due spicchi di aglio
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • sale
  • mandorle tritate

Come procedere:
Sbucciare, grattugiare, salare i cetrioli e lasciarli riposare per 15 minuti. Frullarli poi con aglio ed olio. Unire il composto ottenuto allo yogurt, salare e lasciar raffreddare in frigorifero per almeno due ore prima di servire, aggiungendo una spolverata di mandorle tritate finemente.

…e due…

Maionese light
Salsina speziata e colorata, più leggera della maionese, da accompagnare ai cruditè.

 Ingredienti:

80 gr. di sour cream
80 gr di yogurt intero
1 cucchiaino di olio extra vergine di oliva
1/2 spicchio di aglio tritato
1/2 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di curcuma
sale

Come procedere
Mescolare insieme tutti gli ingredienti. Lasciare riposare per un’oretta e poi servire.

…e tre!

Mousse di avocado

Cremosa ed delicata, porta sapore e colore in tavola

accompagnata da crostini e verdure!

Ingredienti:

  • Un avocado maturo
  • Olio
  • Sale
  • Pepe

Come procedere:

Tagliare a metà l’avocado, togliere la buccia ed il nocciolo e schiacciarlo con una forchetta in una ciotolina aggiungendo olio, due pizzichi di sale e due manciate di pepe. Mescolare fino ad ottenere una cremina. tenere in frigo per un’oretta prima di servire.